Il cospiratore di Hitler sopravvissuto e la sua seconda vita nella casa al Villaggio Taunus di Numana nelle Marche

Il barone Achim von Willisen, Adolf Hitler

Hitler dichiarò:” I congiurati? Li farò appendere come maiali”. Così sterminò quelli che avevano tramato contro di lui facendo esplodere una bomba a Rastenburg, nella Tana del Lupo, suo quartier generale il 20 luglio del 1944.

Adolf Hitler

I duecento cospiratori condannati pendevano da corde di acciaio sottili appositamente concepite per rendere l’agonia ancora più lunga come aveva ordinato il Führer. Il loro strazio ripreso da un operatore e proiettato nell’ambiente sadico di Hitler. Eccezione fatta per Rommel. A lui, vista la popolarità in patria e la fama di Volpe del deserto, fu offerta la possibilità di suicidarsi per mantenere l’onore.

Eppure qualcuno tra gli organizzatori del colpo di Sato riuscì a salvarsi e a sopravvivere: il barone Joachim von Willisen fu uno tra loro.

Joachim (Achim) Freiherr von Willisen, nato il 31 gennaio del 1900 a Bärenweld, Prussia, l’attuale Bincze era un pubblico ufficiale tedesco. Dopo aver prestato servizio con l’esercito tedesco nella Prima guerra mondiale, si laureò nel 1923 in silvicultura.

Joachim von Willisen
Il barone Joachim (Achim) von Willisen

Diventò oppositore al regime nazista dopo che suo zio venne assassinato nella Notte dei lunghi coltelli nel 1934.

Nel 1938 venne arruolato nel reggimento di fanteria della Wehrmacht.

Il Barone von Willisen fu arrestato il 21 luglio 1944 dopo il fallimento del complotto, ma fu rilasciato dalla custodia alcune settimane dopo perché la Gestapo non era in grado di dimostrare la sua conoscenza dei piani ed il suo ruolo da cospiratore[1].

Era stato torturato a lungo. Volevano estorcergli la confessione di essere un combattente nella Resistenza contro il regime nazista ed ammettere il suo coinvolgimento nell’ attentato al Führer. Senza risultato. Non confessò niente.

Alla fine riuscì a scamparla perché le autorità non erano riuscite a trovare prove schiaccianti per incastrarlo in maniera definitiva. Per rappresaglia uccisero suo figlio. Come venne fatto con molti dei familiari degli altri congiurati, dieci membri della famiglia del generale von Stauffenberg tra i quali il figlio furono processati e giustiziati.

Il barone von Willisen aveva una protesi al braccio destro per via delle violenze subite e per le ferite riportate durante la Prima guerra mondiale. Poi rimane nell’ombra. In base alla sua biografia ufficiale, dopo la Seconda guerra mondiale, ha diretto l’ufficio forestale di Reinhausen vicino Göttingen fino al 1964. Da qui in poi scompare nel nulla.

Villaggio Taunus di Numana, Riviera del Conero, Marche

Il Villaggio Taunus di Numana in provincia di Ancona

È un villaggio turistico incastonato su una collina ai piedi del monte Conero formato da villette a schiera e ville singole – perlopiù con piscina – immerso nel verde con una vista mozzafiato sul mare. Fu fondato da Hans Walter Neumann di Francoforte nel 1961.

L’imprenditore tedesco Hans Walter Neumann, fondatore del Villaggio Taunus

Da giovane era venuto in questo luogo incontaminato della provincia di Ancona in vacanza e anche per motivi di salute. Folgorato dal posto, ebbe l’intuizione di realizzare nel 1961 un insediamento turistico.

Hans Walter Neumann divenne così il pioniere del turismo della riviera del Conero avviando una fortunata avventura imprenditoriale, traino per tutta l’economia del territorio. Il villaggio fu chiamato Taunus in omaggio alle montagne attorno a Francoforte dove era nato.

Con la sua influenza, simpatia e un indiscusso talento imprenditoriale, Neumann aveva saputo attrarre in questo luogo, all’inizio spopolato, moltissimi stranieri, la maggior parte tedeschi.

Molti gli imprenditori di successo dalla Germania: un manager della Philips, il presidente della Fiera di Monaco, il responsabile dell’assicurazione Dekra – anni fa sponsor della Ferrari – i proprietari della ditta internazionale di autotreni Frölich, nel corso degli anni avevano comprato una casa al Villaggio Taunus. Seguiti poi anche da diversi italiani, al principio da bolognesi. Forse perché le villette erano state progettate dall’architetto Cavani di Bologna.

Villaggio Taunus di Numana

Tra i primissimi ad arrivare al Taunus, il barone von Willisen, il sopravvissuto tra i cospiratori di Hitler. Diverse persone qui sapevano chi fosse davvero.

“Neumann aveva cominciato a costruire le villette nel 1961 – racconta Luigi Magliani, responsabile storico dell’ufficio tecnico e geometra dell’agenzia Taunus – il barone von Willisen aveva costruito la sua casa nel 1963, ho ancora i registri. Tra le prime 7 o 8 del villaggio. Aveva avuto un trattamento diverso da Neumann – continua – gli aveva venduto un lotto di terra e lui aveva costruito un’abitazione con un suo progetto presentato al comune di Numana direttamente e fatto fabbricare da Neumann. La sua non era una villa, ma una semplice abitazione anni ’60, squadrata e austera con un terrazzo al posto del tetto e un cortile interno, all’inizio di Viale Europa. In realtà von Willisen era già qui prima della mia assunzione da Neumann”.

“Ricordo che – prosegue Magliani – a 17 anni avevo una lambretta ed essendo di Camerano, (una cittadina dell’entroterra ndr), per andare al mare con gli amici, anche loro dotati dello stesso mezzo, passavamo sotto casa sua. La strada era fatta di ghiaia e ogni volta si affacciava arrabbiato intimandoci di andare piano perché facevamo rumore ed alzavamo la polvere del breccino. Gesticolava. col braccio per sgridarci. Era un uomo burbero, altissimo, molto riservato. Passava molti mesi l’anno qui al Taunus. Non solo il periodo estivo. Era qui con sua moglie. Poi in seguito, dopo la sua morte la casa venne demolita. Al suo posto fu costruita una villetta”.

Racconta una signora di Bologna proprietaria di una casa al Taunus vicina alla sua: “faceva il bagno al mare anche fuori stagione con l’acqua gelida e quando gli chiedevamo se non avesse freddo, rispondeva.’ Dis-ziplina! Ci vuole dis-ziplina!’”.

Fondamentale la testimonianza di Denise Wolff, la figlia del custode/giardiniere/uomo di fiducia di casa von Willisen al Villaggio Taunus, Heinz Willy Wolff. “Mio padre stava a Camerano quando il barone fece costruire la sua villetta. Si fece subito avanti e si propose come collaboratore. Io e i miei fratelli eravamo piccoli ma abbiamo un ricordo nitido di lui e della baronessa. Quando andavamo a casa sua – ricorda Wolff – mio padre ci aveva raccomandato di dargli esclusivamente la mano sinistra e non la destra, visto che aveva la protesi al braccio destro, per non metterlo in imbarazzo. Una volta sbagliai e mio padre mi diede una punizione. Lui e sua moglie erano molto gentili e ci offrivano la tisana che ai tempi da noi non era così abituale. Il barone viveva parte dell’anno a Numana. Solo tre mesi in Germania. Nel 1972, a seguito del terremoto di Ancona, mio padre chiese a von Willisen se potevamo utilizzare la sua casa visto che la nostra non era più tanto sicura. Con grande generosità ce la mise a disposizione. Ho ancora impressa nella mia memoria quella casa con un cortile interno, una camera matrimoniale e una con i letti a castello. Quello che mi meravigliava è che quell’abitazione avesse un portone principale e un sacco di portoni d’uscita posizionati sugli altri lati della casa. Li aveva progettati e fatti costruire lui. Come se avesse avuto bisogno di vie di fuga. Mio padre lo stimava davvero. Non ci ha mai raccontato della sua opposizione a Hitler. Un giorno però mi disse che la storia a volte non è come sembra. Recitò una preghiera in tedesco il giorno della sua morte”– conclude Denise Wolff.

“Era un bellissimo uomo anche da anziano” – ricorda Gabriella Fagioli, per tutti Gabì, brillante amministratrice dell’Agenzia Taunus e persona di fiducia di Neumann – il barone von Willisen passava da noi in ufficio con la moglie Karola, blasonata anche lei. Si spazientiva perché Neumann non era mai puntuale agli appuntamenti”.

Chi scrive, ha lavorato tanti anni fa per Walter Neumann, chiamato da tutti Herr (il signor) Neumann, sia al Taunus dove risiede tuttora, pur lavorando a Roma, ma soprattutto nel suo ufficio di Monaco di Baviera sulla Marsßtrasse 14 a. In effetti Neumann non aveva nessuna delle caratteristiche tipiche di un tedesco. In primis la puntualità. Non lo è mai stato in vita sua. Vulcanico e geniale piaceva tanto, forse per queste sue peculiarità, a tutti i tedeschi. O perché era tedesco come loro. Lo adoravano e si fidavano ciecamente di lui. Si facevano sbrigare tutte le pratiche per le loro case di proprietà al Taunus.

“Il barone von Willisen – continua Fagioli – si arrabbiava perché doveva aspettare a lungo l’arrivo di Neumann in ufficio con me. Attendeva senza arrendersi. Poi aggiungeva tra lo spazientito e il rassegnato:’ rispetto! Merito rispetto, almeno per i miei capelli bianchi!’”

Von Willisen muore nel 1983 a Monaco di Baviera. Rispetto per quest’ uomo coraggioso glielo dobbiamo tutti. Ha avuto la forza di sfidare Hitler per assestare un colpo al regime nazista pur pagando duramente con la tortura e la perdita del figlio fatto giustiziare dal Führer.

Non ci piace definirlo un eroe. Forse nemmeno a lui sarebbe piaciuto. Scriveva il filosofo e politico francese de Montaigne: ”tanti eroi, così tanti idioti”. Per von Willisen, Hitler e il suo regime andavano fermati e basta.

Ci piace rendere un tributo a von Willisen per il suo esempio di coraggio posseduto da chi è consapevole del pericolo e di forza. Soprattutto per i principi.  L’opposizione al male, il culto dell’onore e della giustizia.

Era rimasto un ribelle. Un amante indipendente e indisciplinato della libertà.

Il barone von Willisen con la moglie Karola nella loro villetta al Villaggio Taunus di Numana

[1] Centro Memoriale della Resistenza Tedesca – Biographie (gdw-berlin.de) aggiornato al 18/8/2022.

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Nicoletta Maggi è interprete simultanea e giornalista. Risiede nelle Marche, ma lavora da molti anni a Roma come addetto stampa. Ha lavorato in Inghilterra e in Germania.